Negli ultimi anni l’ecosistema delle Startup innovative ha subito una forte crescita, crescita che ha interessato svariati settori a partire dall’ IoT, passando per il Food, attraversando l’E-Health e così via.
Un settore che, però, è considerato di grande espansione ma che non ha ancora attraversato l’occhio del ciclone è senz’altro il Legal Tech. Quando parliamo di Legal Tech una definizione plausibile è che si tratti di tecnologia applicata ai servizi legali.
Oggi, in Italia, le Startup innovative attive nel settore del Legal Tech sono meno dello 0,1% del totale iscritti al Registro Speciale delle Imprese innovative. Il motivo è ufficialmente ignoto ma comprensibile: il mercato dei servizi legali ha sempre avuto un forte tradizionalismo ontologico e la preoccupazione, oltre che il sospetto, nei confronti della tecnologia applicata ai servizi legali stessi è ancora ben radicata.
E’ come se la legge fosse argomento degno di polverosi uffici e pompose sale d’attesa e fosse materia fin troppo raffinata per cedere al passo alla tecnologia, allo smart working, alla democraticissima blockchain e così via. L’avanzare del mondo legal tech però, che in Italia preferisce fare squadra piuttosto che farsi la guerra, fa più paura agli avvocati rispetto alle varie tecnologie come Ross e Watson (intelligenze artificiali funzionali ad attività di ricerca giurisprudenziale o ad offrire l’assistenza legale della prima ora).
Ironicamente, ma neanche troppo però, i founders delle Startup legal tech sono tendenzialmente ingegneri, mentre dei troppi avvocati italiani troppo pochi scelgono la via nuova per lasciare quella vecchia (e polverosa).
Secondo uno studio di Unioncamere le Startup Legal Tech in Italia iscritte nella Sezione speciale del Registro delle Imprese sarebbero soltanto sette sulle oltre settemila Startup italiane. Se volessimo ricercare dei punti in comune tra le stesse potremmo affermare che tutte operano nel mercato dei servizi alle imprese. e che l’investimento medio per avviare una Startup Legal Tech, qualora l’oasi del mercato quasi vergine si fosse materializzata davanti gli occhi di qualcuno, è di centomila euro, per la verità non esattamente un investimento lean.
Delle sette Startup considerate in precedenza, startupcourse.it avrà l’onore di ospitarne ben quattro.
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lexdo.it, nella persona di Giovanni Toffoletto, Ceo dell’azienda, sarà a Palermo il 13 Ottobre per raccontare ad ottanta corsisti tra studenti dell’Università degli Studi di Palermo ed imprenditori innovatori e professionisti del settore legale locali come si crea un sistema automatizzato di generazione di documenti legali, che permette a chiunque di creare in pochi minuti un contratto personalizzato e a norma di legge semplicemente rispondendo a poche semplici domande e soprattutto come si generano 39mila contratti in un paio d’anni.
Tommaso Grotto e Kopjra saranno invece ospiti del capoluogo siciliano il 10 Ottobre. Kopjra, oltre ad organizzare il Legal Tech Forum ogni anno, è una sentinella antipirateria. E’ un investigatore via web per scovare gli utilizzi illeciti di proprietà intellettuali: un motore di ricerca anche nel deep web, cristallizza le prove dell’illecito una volta rinvenuto acquisendo la pagina web e poi permette di gestire la fase più operativa per attivare la tutela.
Il 10 Ottobre sarà ospite anche Fabio Azzolina di Startup Legal, che sta imponendosi nel settore della consulenza legale per le giovani imprese innovative.
Il 29 Settembre sarà, invece, la volta di Andrea Giannangelo, CEO e Founder di iubenda.com che in due anni è arrivata ad un fatturato di 500.000 euro circa vendendo compliance privacy per aziende e siti e consentendo un sistema di registrazione delle Società a Responsabilità Limitata Semplificate online attraverso una procedura semplice ed economica.
Riteniamo di potere dare un contributo serio e concreto ai professionisti di questa città ospitando a Palermo i migliori innovatori italiani del settore e aprendo una linea diretta di confronto che consenta il libero scambio di idee e suggestioni.
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